IL TERREMOTO. . .

IL TERREMOTO

NON HA DISTRUTTO L’AMORE

 
 
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

è il mio cuore
il paese più straziato.

Giuseppe Ungaretti

Si, è il cuore il paese piu straziato. Il cuore di tante mamme, di tanti papà, di tanti figli privati in maniera tragica e violenta, degli affetti più cari, oltre che della propria casa.

“Questo è il momento di una grande fede” ha affermato il giornalista Giustino Parisse che, nel terremoto ha perso i due figli e il padre. “Di una fede che è piu forte del dolore, dello smarrimento, della paura, del dubbio e della disperazione” come si è espresso anche l’Arcivescovo de L’Aquila Mons.Giuseppe Molinari.

E gli Onnesi, come tutti coloro che sono stati colpiti dal sisma del 6 aprile, sin dal primo momento, hanno dimostrato tutto ciò con grande forza d’animo; la loro fede poggia su solidi basi, per questo non hanno ceduto di fronte alla tragedia che li ha duramente provati. La fede e la solidarietà di tanti fratelli, li hanno aiutati a guardare avanti e a riaccendere nel cuore la speranza in una rinascita.

La visita del Papa Benedetto XVI è stata molto significativa e di grande conforto per la piccola comunità di Onna. Il Santo Padre ha salutato quasi tutti i familiari delle quaranta vittime, ha stretto affettuosamente le loro mani, ha detto a tutti una parola di fede e di speranza. Ha pregato insieme alla folla presente ricordando soprattutto quanti sono stati strappati all’affetto dei loro cari.

La gente ha sentito il Papa particolarmente vicino. Ha percepito di essere amata e si è maggiormente convinta di non essere stata abbandonata.

SEGNI DI RIPRESA
La festa della Madonna delle Grazie: celebrata come sempre la seconda domenica di maggio. E’ stata una festa diversa ma che ha ravvivato nel cuore degli Onnesi la certezza che “la loro Madonna”, la cui statua è stata tratta intatta fra le macerie della Chiesa parrocchiale, è sempre li, in mezzo a loro per incoraggiarli e rafforzarli nella fede.
 
La statua della Madonna è stata portata processionalmente all’interno della tendopoli e successivamente nel campo dove, il 6 aprile, furono posti i corpi senza vita delle vittime. I 40 mazzi di fiori, sistemati nello stesso punto, sono segno della loro presenza sempre viva e trasfigurata dalla beatitudine della Risurrezione.